L’accesso ai patrimoni culturali digitalizzati non è ancora uguale per tutti. La grande platea di utenti che soffrono di qualche forma di disabilità – circa un miliardo di persone in tutto il mondo – spesso è ancora penalizzata nell’accesso e nell’usabilità delle varie piattaforme digitali.
Ora però c’è un nuovo progetto europeo – MuseIT, finanziato dal programma Horizon Europe per il periodo 2022-2025 – che si propone proprio di colmare questo gap. Si tratta di un’iniziativa dell’Università di Boras (Svezia) che si avvale di un consorzio internazionale di 9 partner dell’area UE e 3 partner associati (USA e Regno Unito). L’obiettivo del progetto è, infatti, la progettazione di una piattaforma multisensoriale in grado di garantire una piena accessibilità e usabilità per tutti utenti.
Al centro della proposta innovativa di MuseIT ci sono le tecnologie tattili. E per sviluppare al meglio le loro potenzialità, il progetto si avvale di una società leader in questo settore: la francese Actronika. Il co-fondatore della società – Vincent Hayward – ha spiegato che grazie a 30 anni di ricerca sono state sviluppate tecnologie tattili capaci di integrare perfettamente i feedback tattili nelle interfacce uomo-macchina. Infatti, Actronika ha già sperimentato l’inserimento di questo tipo di tecnologia in tutti i principali dispositivi digitali: smartphone, touchscreen, controller per la guida e per il gioco ecc.
Per ottenere il risultato previsto, il progetto deve, in pratica, realizzare una rappresentazione multisensoriale dei patrimoni culturali digitalizzati capace di andare oltre i sensi della vista e dell’udito. Non solo. Deve anche, contemporaneamente, intervenire su un altro piano, e cioè innovare nell’ambito della conservazione di beni culturali “atipici”, prevedendo standard di archiviazione interoperabili per i nuovi oggetti digitali multisensoriali.
Più nello specifico, la piattaforma MuseIT consentirà la creazione di espressioni alternative e modalità di rappresentazione (tra cui digitalizzazioni, traduzioni, interpretazioni e/o transmediazioni per esperienze estetiche arricchite) di un insieme di beni culturali predefiniti: oggetti, siti architettonici, beni immateriali ecc. Le rappresentazioni multisensoriali offerte dalla piattaforma terranno conto delle variazioni nella modalità percettive e nella capacità funzionali e cognitive degli utenti, ma nel contempo soddisferanno anche esigenze e preferenze diverse al fine di creare pari opportunità per tutti. Pertanto, le rappresentazioni a più livelli, inclusi segnali visivi, uditivi e tattili, saranno centrali nel progetto.
Il progetto, intervenendo su una problematica particolarmente complessa, si inspira ai principi dell’Inclusive Design, con particolare attenzione all’accessibilità e al Design Universale. Riguardo l’accessibilità, precondizione richiesta è, ovviamente, la garanzia che tecnologie utilizzate e relative interfacce possano essere utilizzata da persone con varie forme di disabilità. Mentre, l’adozione del paradigma del Design Universale mira a creare le condizioni per cui l’utilizzo della piattaforma multisensoriale possa rappresentare un’esperienza tale da coinvolgere non solo la platea della disabilità, ma tutti gli utenti interessati.